SESSO e INTERNET: doni di Dio che necessitano di bravi maestri
Garantire un’educazione sessuale obiettiva e un’adeguata formazione al corretto uso del digitale e della rete Internet. Papa Francesco ha espresso chiaramente il suo pensiero su due temi delicati ma fondamentali: sia il sesso che Internet, pur essendo due dimensioni molto diverse, sono entrambe di fondamentale importanza per la nostra vita. Ci danno la possibilità di costruire relazioni che possono essere basate sull'amore e sulla solidarietà. Sono dei “doni di Dio”, e come tali devono essere ben conosciuti, valorizzati e gestiti con consapevolezza e giudizio. Il fine deve essere quello di arricchire i propri rapporti umani e di fare del bene al prossimo, evitando di inseguire egoisticamente i propri interessi, danneggiando gli altri o finendo per essere danneggiati.
Soprattutto i ragazzi devono imparare a conoscere i rischi che corrono e devono anche poter sviluppare comportamenti adeguati e virtuosi. Per questo servono dei buoni maestri e dei percorsi educativi efficaci, a cominciare dagli insegnamenti che vengono dalla famiglia e dalla scuola.
L’educazione ad un uso consapevole della rete può anche aiutare a prevenire e gestire le problematiche che si potranno verificare quando i nostri figli scopriranno il sesso e dovranno imparare a gestire con giudizio i contenuti che su questo tema potrebbero trovare sul web.
Tutti noi abbiamo comunque la responsabilità di cercare di comprendere e di utilizzare per il meglio le tecnologie digitali, che possono contribuire ad arricchire le relazioni umane e a combattere la povertà e l'ingiustizia, mentre se vengono usate male possono trasformare le società e la vita umana in un inferno, pieno di disuguaglianze, conflitti, odio.
Fine gennaio 2019, pochi giorni fa. Sull’aereo che lo riporta a Roma. dopo la visita a Panama, Papa Francesco parla con i giornalisti. “Nelle scuole bisogna dare un'educazione sessuale. Il sesso è un dono di Dio, non è l’uomo nero, è un dono di Dio per amare. Che poi alcuni lo usino per guadagnare soldi o sfruttare è un altro problema. Ma bisogna dare un'educazione sessuale oggettiva, senza colonizzazione ideologica. Se inizi dando un'educazione sessuale piena di colonizzazione ideologica distruggi la persona. L'educazione sessuale dovrebbe invece “far emergere il meglio dalle persone e accompagnarle lungo la strada”.
Il problema quindi è “quali maestri si scelgono per questo compito e quali libri di testo. Ho visto qualche libro un pò sporco. Ci sono cose che fanno maturare e cose che fanno danni”. «L'ideale è che l'educazione sessuale cominci dalla famiglia” ma questo «non sempre è possibile perché ci sono tante situazioni svariate nelle famiglie. E quindi la scuola supplisce a questo, perché altrimenti rimarrà un vuoto che poi verrà riempito da un'ideologia qualsiasi”.
Fine Gennaio 2014. esattamente cinque anni fa. In un messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali, Papa Francesco aveva dichiarato senza mezzi termini che Internet va considerato un dono di Dio, perché “può offrire maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti". "La rete digitale può essere un luogo ricco di umanità, non una rete di fili, ma di persone”, “è la sfida di scoprire e trasmettere la mistica di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio”.
Certo la rete ha numerosi “aspetti problematici”. “La velocità dell’informazione supera la nostra capacità di riflessione e giudizio e non permette un’espressione di sé misurata e corretta. La varietà delle opinioni espresse può essere percepita come ricchezza, ma è anche possibile chiudersi in una sfera di informazioni che corrispondono solo alle nostre attese e alle nostre idee, o anche a determinati interessi politici ed economici. L’ambiente comunicativo può aiutarci a crescere o, al contrario, a disorientarci. Il desiderio di connessione digitale può finire per isolarci dal nostro prossimo, da chi ci sta più vicino. Senza dimenticare che chi, per diversi motivi, non ha accesso ai media sociali, rischia di essere escluso”. Questi limiti “sono reali, tuttavia non giustificano un rifiuto dei media sociali; piuttosto ci ricordano che la comunicazione è, in definitiva, una conquista più umana che tecnologica”.
“Oggi i media più moderni che soprattutto per i più giovani sono ormai irrinunciabili, possono sia ostacolare che aiutare la comunicazione in famiglia e tra famiglie.
La possono ostacolare se diventano un modo di sottrarsi all'ascolto, di isolarsi dalla compresenza fisica, con la saturazione di ogni momento di silenzio e di attesa disimparando che ‘il silenzio è parte integrante della comunicazione e senza di esso non esistono parole dense di contenuto.
La possono favorire se aiutano a raccontare e condividere, a restare in contatto con i lontani, a ringraziare e chiedere perdono, a rendere sempre di nuovo possibile l’incontro. Riscoprendo quotidianamente questo centro vitale che è l’incontro, questo “inizio vivo”, noi sapremo orientare il nostro rapporto con le tecnologie, invece che farci guidare da esse”. Per questo dobbiamo educare i ragazzi ad un uso corretto e consapevole del digitale.
“In questo mondo media possono aiutare a farci sentire più prossimi gli uni agli altri; a farci percepire un rinnovato senso di unità della famiglia umana che spinge alla solidarietà e all’impegno serio per una vita più dignitosa”.
Ma c’è di più. Francesco è consapevole dei grandi benefici che le tecnologie digitali possono portare agli esseri umani, una consapevolezza che deve far riflettere tutti.
«Come è potuto accadere” - si chiede il Papa - “che, proprio nel momento della storia del mondo in cui le risorse economiche e tecnologiche disponibili ci consentirebbero di prenderci sufficientemente cura della casa comune e della famiglia umana, onorando la consegna di Dio stesso, proprio da esse, dalle risorse economiche e tecnologiche, vengono le nostre divisioni più aggressive e i nostri incubi peggiori?”.
Siamo quindi tutti responsabili di “comprendere le trasformazioni epocali» che si annunciano” soprattutto a seguito dell’introduzione delle tecnologie digitali, “per individuare come orientarle al servizio della persona umana, rispettando e promuovendo la sua intrinseca dignità”.
Quest'ultimo messaggio del Papa è particolarmente significativo. Le nuove tecnologie del digitale danno indubbiamente all'uomo un enorme potere.
Se usate bene sono così potenti da poter consentire un’efficace organizzazione e gestione del mondo a tutti i livelli, liberando potenzialmente gli uomini dalla povertà, valorizzandone le inclinazioni e i rapporti sociali e rendendoli più felici e appagati, cittadini di una “società intelligente”, capace di utilizzare le risorse disponibili al servizio di tutti gli esseri umani e non contro di essi.
Al contrario, se usate male le stesse tecnologie possono trasformare le società e la vita umana in un inferno, pieno di disuguaglianze, conflitti, odio.
Il Papa ci fa quindi capire come l'esigenza di comprendere le trasformazioni digitali in atto nel mondo di oggi non è più solo una necessità sociale, ma è anche un imperativo morale, che deriva dalla grande responsabilità che abbiamo tutti di agire per contribuire ad un utilizzo consapevole e positivo di tecnologie sempre più potenti.
IDIGIT - Centro Sviluppo Innovazioni Digitali:
Soprattutto i ragazzi devono imparare a conoscere i rischi che corrono e devono anche poter sviluppare comportamenti adeguati e virtuosi. Per questo servono dei buoni maestri e dei percorsi educativi efficaci, a cominciare dagli insegnamenti che vengono dalla famiglia e dalla scuola.
L’educazione ad un uso consapevole della rete può anche aiutare a prevenire e gestire le problematiche che si potranno verificare quando i nostri figli scopriranno il sesso e dovranno imparare a gestire con giudizio i contenuti che su questo tema potrebbero trovare sul web.
Tutti noi abbiamo comunque la responsabilità di cercare di comprendere e di utilizzare per il meglio le tecnologie digitali, che possono contribuire ad arricchire le relazioni umane e a combattere la povertà e l'ingiustizia, mentre se vengono usate male possono trasformare le società e la vita umana in un inferno, pieno di disuguaglianze, conflitti, odio.
Fine gennaio 2019, pochi giorni fa. Sull’aereo che lo riporta a Roma. dopo la visita a Panama, Papa Francesco parla con i giornalisti. “Nelle scuole bisogna dare un'educazione sessuale. Il sesso è un dono di Dio, non è l’uomo nero, è un dono di Dio per amare. Che poi alcuni lo usino per guadagnare soldi o sfruttare è un altro problema. Ma bisogna dare un'educazione sessuale oggettiva, senza colonizzazione ideologica. Se inizi dando un'educazione sessuale piena di colonizzazione ideologica distruggi la persona. L'educazione sessuale dovrebbe invece “far emergere il meglio dalle persone e accompagnarle lungo la strada”.
Il problema quindi è “quali maestri si scelgono per questo compito e quali libri di testo. Ho visto qualche libro un pò sporco. Ci sono cose che fanno maturare e cose che fanno danni”. «L'ideale è che l'educazione sessuale cominci dalla famiglia” ma questo «non sempre è possibile perché ci sono tante situazioni svariate nelle famiglie. E quindi la scuola supplisce a questo, perché altrimenti rimarrà un vuoto che poi verrà riempito da un'ideologia qualsiasi”.
Fine Gennaio 2014. esattamente cinque anni fa. In un messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali, Papa Francesco aveva dichiarato senza mezzi termini che Internet va considerato un dono di Dio, perché “può offrire maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti". "La rete digitale può essere un luogo ricco di umanità, non una rete di fili, ma di persone”, “è la sfida di scoprire e trasmettere la mistica di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio”.
Certo la rete ha numerosi “aspetti problematici”. “La velocità dell’informazione supera la nostra capacità di riflessione e giudizio e non permette un’espressione di sé misurata e corretta. La varietà delle opinioni espresse può essere percepita come ricchezza, ma è anche possibile chiudersi in una sfera di informazioni che corrispondono solo alle nostre attese e alle nostre idee, o anche a determinati interessi politici ed economici. L’ambiente comunicativo può aiutarci a crescere o, al contrario, a disorientarci. Il desiderio di connessione digitale può finire per isolarci dal nostro prossimo, da chi ci sta più vicino. Senza dimenticare che chi, per diversi motivi, non ha accesso ai media sociali, rischia di essere escluso”. Questi limiti “sono reali, tuttavia non giustificano un rifiuto dei media sociali; piuttosto ci ricordano che la comunicazione è, in definitiva, una conquista più umana che tecnologica”.
“Oggi i media più moderni che soprattutto per i più giovani sono ormai irrinunciabili, possono sia ostacolare che aiutare la comunicazione in famiglia e tra famiglie.
La possono ostacolare se diventano un modo di sottrarsi all'ascolto, di isolarsi dalla compresenza fisica, con la saturazione di ogni momento di silenzio e di attesa disimparando che ‘il silenzio è parte integrante della comunicazione e senza di esso non esistono parole dense di contenuto.
La possono favorire se aiutano a raccontare e condividere, a restare in contatto con i lontani, a ringraziare e chiedere perdono, a rendere sempre di nuovo possibile l’incontro. Riscoprendo quotidianamente questo centro vitale che è l’incontro, questo “inizio vivo”, noi sapremo orientare il nostro rapporto con le tecnologie, invece che farci guidare da esse”. Per questo dobbiamo educare i ragazzi ad un uso corretto e consapevole del digitale.
“In questo mondo media possono aiutare a farci sentire più prossimi gli uni agli altri; a farci percepire un rinnovato senso di unità della famiglia umana che spinge alla solidarietà e all’impegno serio per una vita più dignitosa”.
Ma c’è di più. Francesco è consapevole dei grandi benefici che le tecnologie digitali possono portare agli esseri umani, una consapevolezza che deve far riflettere tutti.
«Come è potuto accadere” - si chiede il Papa - “che, proprio nel momento della storia del mondo in cui le risorse economiche e tecnologiche disponibili ci consentirebbero di prenderci sufficientemente cura della casa comune e della famiglia umana, onorando la consegna di Dio stesso, proprio da esse, dalle risorse economiche e tecnologiche, vengono le nostre divisioni più aggressive e i nostri incubi peggiori?”.
Siamo quindi tutti responsabili di “comprendere le trasformazioni epocali» che si annunciano” soprattutto a seguito dell’introduzione delle tecnologie digitali, “per individuare come orientarle al servizio della persona umana, rispettando e promuovendo la sua intrinseca dignità”.
Quest'ultimo messaggio del Papa è particolarmente significativo. Le nuove tecnologie del digitale danno indubbiamente all'uomo un enorme potere.
Se usate bene sono così potenti da poter consentire un’efficace organizzazione e gestione del mondo a tutti i livelli, liberando potenzialmente gli uomini dalla povertà, valorizzandone le inclinazioni e i rapporti sociali e rendendoli più felici e appagati, cittadini di una “società intelligente”, capace di utilizzare le risorse disponibili al servizio di tutti gli esseri umani e non contro di essi.
Al contrario, se usate male le stesse tecnologie possono trasformare le società e la vita umana in un inferno, pieno di disuguaglianze, conflitti, odio.
Il Papa ci fa quindi capire come l'esigenza di comprendere le trasformazioni digitali in atto nel mondo di oggi non è più solo una necessità sociale, ma è anche un imperativo morale, che deriva dalla grande responsabilità che abbiamo tutti di agire per contribuire ad un utilizzo consapevole e positivo di tecnologie sempre più potenti.
IDIGIT - Centro Sviluppo Innovazioni Digitali: